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lle porte di Roma, lasciando la Via Salaria, fra campi di grano e vasti seminativi si apre un sentiero lungo poco più di un Km che agilmente conduce ad una piccola collina. Nel verde della campagna romana, attratte e catturate dalla tranquillità e dalla bellezza del panorama abbiamo deciso di trasferirci nella Riserva.

Da subito la Marcigliana ci ha coinvolto nella sua realtà agricola ancora produttiva e intatta, ampi seminativi di cereali, principalmente grano e macchie di oliveti, si alternano alle zone dedite al pascolo. E’ consuetudine percorrendo i sentieri della Riserva, lungo Via di Santa Colomba e Via di Tor San Giovanni, le due strade principali che la attraversano, imbattersi in greggi di pecore e capre, dai bordi delle strade scorgere miti vacche e cavalli intenti a nutrirsi di erba fresca. Così per andare al paese più vicino, Monterotondo, a volte si aspetta che il buon pastore, un maremmano attempatello, un po’ svogliato per il caldo soffocante sospenda la sua sosta sotto il largo pino per condurre le sue 100 capre fuori dal sentiero. E impari i semafori della natura! La zona, popolata da numerosi animali, ci insegna a convivere con i cinghiali coinquilini ingombranti e schivi che amano correre lungo i sentieri avendo il buon gusto di percepire il momento esatto in cui passare… proprio quando stai passando tu!

Emozionante incontrare la volpe, vedere i regali falchi planare sulle colline, imbattersi nei voli goffi ma simpatici dei fagiani.

E’ sempre stato un grande desiderio quello di ritrovare la semplicità della vita nei piccoli gesti del quotidiano, come iniziare la giornata assieme al sorgere del sole, fare il pane con l’autentica farina di un mulino che ancora macina a pietra i suoi cereali, così come si faceva una volta. Vivendo in città si perde facilmente il contatto con i ritmi della natura, al contrario si lascia che siano il lavoro, la frenesia della società e della sua velocità a governare il nostro tempo. Riscoprire la sincronia con l’ambiente naturale, vivendo qui è sicuramente un grande aiuto, avere il fuoco del camino davanti cui raccogliersi alla sera e poter tornare a riveder le stelle non ha prezzo, piccole e naturali conquiste che fanno bene al cuore.

Più di 4.000 ettari tra campagna, boschetti di latifoglie, per lo più aree residuali di querce (cerri, sughere, lecci), aceri, olmi e arbusti……., questa zona cambiò il suo aspetto da quando dopo la fase vulcanica che ha interessato la parte centrale dell’Italia, si andò formando l’attuale corso del fium Tevere che con il tempo scavò la sua ampia valle, fertile sede per la futura campagna romana e le sue produzioni agricole. In questa vasta cornice si ergono ancora alcune fortificazioni medioevali, torri… e casali rinascimentali… e un insediamento etrusco, il Crustumerium, visitabile solo su richiesta di speciali permessi.

Gli insediamenti umani e lo sfruttamento agricolo e edilizio dell’area ha decisamente trasformato e snaturato l’aspetto dell’area, disboscata per la quasi totalità (75% della vegetazione originaria è stata sostituita), ha perso la sua selvaticità e i suoi boschi. Sogno che tra gli alti e snelli Pini un giorno svettino nuovamente maestose querce, stavolta accanto ad alti Pini e grandi coni d’ombra ricoprano i campi di grano, abbronzandosi sfacciatamente sotto il caldo sole.

Noi e questa terra, insieme, percorriamo così questo processo di riscoperta di una sopita e nascosta naturalezza, stimolando a vicenda un risveglio.

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